Lavorare con Linux: Giovanni Longo e la progettazione industriale con strumenti Open Source

Lavorare con Linux e strumenti Open Source si può anche in ambiti di nicchia. Quest’oggi raccontiamo la storia di Giovanni Longo che si occupa di progettazione, consulenza e formazione in ambito professionale e industriale.


Il lavoro di consulenza e formazione

Mi chiamo Giovanni Longo, abito in Friuli e mi occupo di progettazione, consulenza e formazione, prevalentemente in ambito professionale e industriale. Da più di due anni lavoro esclusivamente con sistemi Linux (desktop, laptop e mobile) e quasi completamente con software Open Source.

Mentre il desktop Linux si può dire maturo per gran parte delle esigenze professionali già da parecchi anni (io lo utilizzo con soddisfazione dal 2003), i software Open Source per la progettazione (C.A.D.) solo di recente sono diventati seriamente impiegabili in ambito produttivo, ma devo ammettere che il vero salto di qualità, quello che mi ha permesso di affidarmi completamente a Linux senza rimpianti o ripensamenti, è arrivato solo grazie a DraftSight della Dassault Systèmes, che è gratuito e multi-piattaforma, ma ahimè non Open Source. E questo non perché non sia possibile realizzare un efficace workflow con strumenti eccellenti come LibreCAD e FreeCAD, ma perché è davvero improponibile offrire servizi di ingegneria, o comunque confrontarsi con terzi, senza (almeno) un supporto nativo al formato DWG, che è lo standard di fatto nella progettazione bidimensionale (il tridimensionale è meno vincolante, non essendosi mai affermato un formato dominante).

Una sessione di lavoro tipica di Giovanni

Detto questo, a mio avviso il contesto ideale, quello in cui gli strumenti Open Source danno davvero il meglio di loro, è quello multidisciplinare: quando ad esempio devi confrontarti con designerprototipazione elettronicastampa 3Duffici brevetti, produttori finali, ecc. e c’è chi usa Mac, Linux, Windows, e tu devi garantire a tutti la migliore fruizione possibile dei progetti e della documentazione tecnica. In questi casi la propensione allo standard e all’approccio user-friendlyil supporto ai diversi sistemi operativi e l’ampia disponibilità di documentazione online (chiara, aggiornata e spesso tradotta in più lingue), propri dei prodotti Open Source, fanno davvero la differenza rispetto a tutta la catena del valore. Più la tua attività prevede scambio e collaborazione, più l’opportunità di una svolta verso strumenti Open si fa forte e impellente.

Dopo l’enorme e indubbio vantaggio economico di questa scelta, ciò che davvero mi appassiona è il cambio radicale di paradigma: dal subire lo strumento (e le strategie spesso aggressive e spregiudicate dei vendor), al diventare parte di una comunità di stakeholder e poter davvero incidere sulla direzione e sulla portata dei progetti, una dinamica che è sotto gli occhi di tutti e che garantisce tempi di reazione davvero fulminei (impensabili per le aziende produttrici di prodotti proprietari) rispetto ai continui mutamenti del mercato. Nel prossimo futuro nessuna azienda (le grandi ci sono già arrivate, le piccole ci arriveranno) potrà permettersi il lusso di ignorare le dinamiche del modello collaborativo Open Source e di non farsi, virtuosamente, contaminare.

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